Dovreste prima fare silenzio, quella che state per sentire è una tragedia cupa
ambientata in fredde lande.
Se vi concentrate potreste sentire la mano intorpidire
per via dell’umidità che si trova nelle brughiere di Scozia
in mezzo al silenzio e alla nebbia.

Qui, il silenzio ha un peso concreto che grava sui petti dei pochi passanti
che infatti vanno veloce, a capo chino, non guardano l’orizzonte, non si perdono mai ad ammirare il cielo
e d’altronde, cosa dovrebbero ammirare? Non c’è altro che un grigiore così profondo
da attraversare la pelle e annidarsi lì, vicino al cuore.
Eppure, in mezzo a questo silenzio, certe sere si sentono grosse risate
sembrano quasi grida, o imprecazioni a Dio
ma sono risate, hanno una gioia feroce dentro
così immensa da mettere quasi paura.

C’è chi dice che siano streghe.

Sono tre donne piccine piccine, una più piegata dell’altra
hanno ossa dappertutto e il viso sembra una statua intagliata nel legno
tanto gli spigoli sono aspri e gli occhi incavati.
I capelli delle tre donne sono tutti candidi, più bianchi dei morti
e le tre li tengono sciolti e spettinati perché a tutte piace passarci le dita
e addormentarsi con le mani incastrate in quelle delle compagne.
C’è chi dice che siano streghe, chi gatte, puttane, megere, ladre
assassine
e loro annuiscono per ognuno di quei nomi
e sorridono con sguardi così profondi che potresti cascarci dentro e non tornare mai più.
Sono contente delle loro corse nella brughiera deserta
delle loro bevute notturne
e della paura che avvertono negli occhi degli altri;
sono cattive e lo sono con gioia.

Quando si incontrano non fanno altro che ridere e darsi gomitate
si raccontano dei dispetti fatti durante la giornata e si applaudono l’un l’altra
trovando nella gioia delle compagne la forza per la propria felicità

 ho ucciso i porci, derubato una contadina, infilato il pugnale nel ventre di un galantuomo

Molti applausi e molte risate. Per loro rubare una fetta di torta
o spingere la testa di un marinaio sotto l’acqua ha lo stesso valore
e lo stesso divertimento.
Sono cattive, le più cattive di tutte, perché sono libere, non hanno paura del buio
e non provano colpa.

Oggi, mentre saltellano e cantano canzoni sconce ad alta voce
mentre le loro grida rimbalzano tra i fili d’erba e le nuvole gonfie
decidono di giocare a un gioco nuovo e crudele.
Le mani rugose stringono mani rugose e sei occhi brillano di gioie infantili:

Tra poco sarà qui Macbeth, valoroso guerriero
possiamo giocare con lui come fa il gatto col topo, il ragno con la mosca, il re con i suoi servi

 E Macbeth arriva, in groppa al suo cavallo bianco
accompagnato dall’amico Banquo che viaggia con lui ma un po’ più indietro, perché meno valoroso.
I due uomini vedono questi tre puntini nel buio, sentono voci stridule,
vedono queste vecchie con occhi di bambina e si spaventano
ma essendo grandi soldati non scappano, rimangono fermi
davanti alle streghe.

Salve, Macbeth! Salve a te, Barone di Glamis

Salve, Macbeth! Salve a te, Barone di Cawdor

Salve, Macbeth! Salve a te che sarai Re.

Macbeth è già Barone di Glamis, tra meno di un minuto gli verrà data la notizia della nomina a  Barone di Cawdor
rimane impalato, di fronte alle vecchine che ridacchiano
prova a chiedere ancora: quando, come, perché;

e se dite la verità, o siete solo esseri maligni,
perché me, perché adesso?
Sarò re, ditemi ancora, sarò re?

 Le streghe ridono, i denti brillano, la notte cala
le streghe scompaiono, lasciano l’eco di qualche risata
e l’inizio di un gioco nuovo:
un valoroso guerriero dovrà scoprire il suo bisogno di potere,
potrebbe dimenticare ogni parola o iniziare a cercare l’azione
forse la spada
per una strada nuova
una strada tragica
e
per le streghe
così divertente.

 

 

Macbeth è una delle più famose tragedie di Shakespeare, la potete trovare ovunque anche su internet (cliccando QUI) ma se siete degli affezionati alla carta stampata io sono un’affezionatissima delle edizioni economiche Feltrinelli, potete comprarla cliccando QUI.

Da teatrante mi sembra giusto segnalare uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto, vincitore del Premio Ubu 2017:
MACBETTU – regia di Alessandro Serra, un Macbeth sardo, profondamente fisico, meraviglioso nella sua tragedia ma anche nella comicità
il mio amore per le streghe di quest’opera nasce proprio dopo aver visto la rappresentazione di questa compagnia sarda.
QUI trovate il trailer dello spettacolo.