C’era la felicità dentro le tue parole.
E avevi tutti quegli occhi
al mattino ne potevo contare sette,
otto
furono addirittura nove.

Ma c’erano anche mattine in cui ti svegliavi cieco
e a me facevi paura.
Ti dovevo seguire piano, spostare gli oggetti pericolosi
avvertire quelli che ti stavano intorno
– scusate, ma oggi non vede
e intanto sperare che ti si riaprisse almeno l’occhiolino.

Ricordi?
Figurati, come potresti.
Mi sei passato sopra col trattore.
E’ stato un incidente, è ovvio.
Avevi iniziato a guidare con tre occhi
ma poi quel maledetto semaforo
ti ha acceso la rabbia e ti ha spento la vista.

E poi io, certo, ero distratta.

Potrei dire che avresti almeno potuto sentire le urla
ma sarebbe un pensiero cattivo
È ovvio, se fossi più accorta lo saprei,
che se non vedi l’attenzione si deve rivolgere
all’interno
verso la pancia, il fegato, le ossa.
Per proteggersi.

Eri così vulnerabile.

Questo continuavi a ripetermi
– sono così vulnerabile.
Ma io pensavo solo alla ruota sul mio polmone.
Io che avevo la sfacciata fortuna di poter essere vigile
mi rintanavo nel mio ottuso dolore.

Avrei dovuto aiutarti
spostare la marcia
premere l’acceleratore
prenderti per mano
ma quel giorno avevo le mani troppo corte.

Sono sempre stata fuori misura.
Sempre troppo fuori o troppo dentro
mai abbastanza.

Lo so, ti capisco.
E ora che guardo dentro la mia borsetta
mi accorgo di quanto mi hai fatto risparmiare.
Guarda, accanto al rossetto
mi avevi fatto mettere le labbra
proprio lì
sul fondo.
Lo hai fatto perché le conservassi.
Così adesso che è tutto finito sembra di avere una bocca nuova.

Però ti sei sbagliato, sai?
Certo in buona fede, ci mancherebbe.
Solo che dopo essere state così a lungo nella borsa
ti giuro
non sembrano nuove
e sono difficili da usare.
Uno sperava che si conservassero,
e invece.

Ma è stata colpa mia, è chiaro
avrei dovuto stare più attenta
nasconderle ancora più in fondo
oltre la fine della borsa.
Ma oltre la fine che cosa rimane?

C’è un buco, un foro, sulla tela
dal quale ti ho visto camminare
e avevi tutti quegli occhi accesi.
E allora cosa dire?

Forse soltanto che è triste sapere
che le persone non cambiano.
Che per te saranno giornate di occhi
ma dopo torneranno ad essere buie
e bucherai altre borse e nasconderai altre labbra.

Ma dietro il mio squarcio
spero che troverai solo una borsa vuota
perché tutto il resto di me
sarà da qualche altra parte.